Il sangue è un tessuto fluido che rappresenta circa il 7% del corpo umano ed è coinvolto nelle più importanti funzioni vitali. Si compone di una parte di una parte corpuscolata: i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine, e di una parte liquida: il plasma. I globuli rossi svolgono la funzione di trasportare l’ossigeno a tutti gli organi ai tessuti grazie alla presenza, al loro interno di una molecola contenente ferro: l’emoglobina. I globuli bianchi, più grandi dei rossi, sono incaricati della difesa dell'organismo da tutti i processi infettivi. Le piastrine, più piccole, sono coinvolte nel processo di coagulazione e riparazione di lesioni dei vasi sanguigni stessi. Il plasma, infine, oltre alla funzione di trasportare la parte corpuscolata all’interno dei vasi sanguigni, veicola altresì i fattori della coagulazione, le proteine ed anche gli anticorpi.
Il sangue di ciascun individuo ha caratteri tipici che consentono di distinguere quattro gruppi differenti: A, B, AB e 0 (zero). Inoltre, in tutti gli individui è presente un ulteriore fattore, chiamato Rh, che può essere positivo o negativo. L’appartenenza ad un gruppo consente di stabilire se il sangue di un determinato soggetto (donatore) possa essere infuso in un altro soggetto (ricevente) senza causare reazioni di rigetto.
Le moderne tecniche consentono di donare sangue intero, oppure di donare solo globuli rossi (emazie), o solo plasma, o ancora, solo piastrine, in base alle necessità dei soggetti riceventi.
La quantità di sangue in circolo in un adulto è di circa 5 litri; nelle donne è leggermente inferiore. Nel caso in cui questa quantità subisca una drastica riduzione (emorragia) è indispensabile ripristinare quanto il volume necessario ad assicurare le funzioni vitali dell’organismo. Ciò è possibile solo attraverso una trasfusione. La donazione è, pertanto, indispensabile poiché i tentativi di produrre artificialmente il sangue o i suoi componenti non sono risultati ancora soddisfacenti e sicuri.

La raccolta del sangue è di competenza dei servizi trasfusionali e dei centri di raccolta autorizzati.
Dopo la compilazione del modulo di consenso, il donatore fa un colloquio riservato con un medico così da rivelare l’eventuale esistenza di controindicazioni alla donazione. Il medico, dopo aver raccolto l’anamnesi, cioè le notizie relative allo stato psicofisico e comportamentale del donatore, valuta l’idoneità alla donazione mediante un esame clinico generale, che comprende, fra l’altro, la misurazione della pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.
Un medico (o un infermiere professionale sotto la responsabilità del medico) effettua il prelievo dal donatore disteso su un’apposita poltrona. Dopo aver apposto un laccio emostatico su un braccio, in una vena viene inserito l’ago connesso ad una sacca di raccolta, previa accurata disinfezione della cute. Il sangue defluisce spontaneamente fino a riempire la sacca, in cui sono già contenuti un liquido anticoagulante e altre sostanze utili alla conservazione ottimale del sangue. Prima che l’ago venga estratto, vengono anche riempite alcune provette per l’esecuzione degli esami previsti dalla legge. Al termine della donazione, il donatore viene invitato a rimanere disteso per alcuni minuti.

Il volume del prelievo di sangue è stabilito dalla legge ed è attualmente di 450 millilitri (con una oscillazione di +/- 10%). Tale quantitativo è stato determinato in modo da garantire contemporaneamente sia un’adeguata preparazione degli emocomponenti (concentrati di globuli rossi, piastrine, unità di plasma) sia l'assenza di conseguenze per il donatore.

Il numero massimo di donazioni di sangue intero nell'anno non può essere superiore a quattro per l'uomo e due per la donna in età fertile; l'intervallo tra due donazioni non può essere inferiore a novanta giorni.

La quota liquida del sangue viene ricostituita nell’arco di poche ore, grazie a meccanismi fisiologici di recupero che tendono a richiamare liquidi nel letto vascolare. La quota corpuscolare (globuli rossi, bianchi e piastrine) viene ricostituita in tempi variabili a seconda dell’elemento cellulare considerato, ma comunque sempre entro pochi giorni.

Assolutamente no, perché il materiale impiegato per la donazione è totalmente sterile e monouso.

Di regola, ogni individuo sano, d’età’ compresa fra i 18 ed i 65 anni, di peso corporeo non inferiore ai 50 Kg. La donazione di sangue da parte di donatori periodici di età compresa tra i 65 ed i 70 anni, può essere consentita previa valutazione clinica dei principali fattori di rischio età­correlati. Persone che esprimono la volontà di donare per la prima volta dopo i 60 anni possono essere accettati a discrezione del medico responsabile della selezione. Per tutti i donatori, al momento della donazione devono essere nella norma, cioè nei limiti previsti dalla legge: la temperatura corporea, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, l’emoglobina.

Chi ha contratto, anche in passato, un’epatite virale di tipo B o C (epatiti che tendono a persistere nel tempo e vengono trasmesse attraverso il sangue);
 • Chi fa uso abitudinario di sostanze stupefacenti;
Chi fa uso eccessivo di bevande alcoliche (alcolisti cronici);
 • Chi soffre di patologie cardiovascolari importanti.

Costituiscono, invece, causa d’esclusione temporanea:
 • La gravidanza in atto ed il puerperio per un anno dopo il parto (o dopo un’interruzione di gravidanza);
 • Gli interventi chirurgici in anestesia generale;
 • Le trasfusioni di sangue ricevute negli ultimi cinque anni;
 • Il soggiorno in zone endemiche per la malaria, nei sei mesi precedenti alla donazione, oppure l’attuazione di una profilassi antimalarica nei tre anni precedenti;
 • I rapporti sessuali con partner non abituali;
 • I rapporti sessuali o di convivenza con soggetti affetti da epatite virale, tossicodipendenti o con comportamenti a rischio per l’AIDS o le altre malattie trasmissibili con il sangue.

La selezione del donatore viene effettuata da parte di personale medico del servizio trasfusionale o del centro di raccolta. Il colloquio è riservato ed è coperto dal segreto professionale; può fornire l’opportunità anche per ottenere eventuali chiarimenti.
La donazione di sangue può essere "occasionale" o "periodica". Il donatore si definisce "periodico" quando si reca abitualmente presso una struttura trasfusionale per rinnovare l’atto della donazione.
L’obiettivo di tutti i centri trasfusionali è, attualmente, quello di avere donatori periodici che sono, come si può intuire, più sicuri per il ricevente; infatti, la più lunga osservazione del soggetto da parte dei medici del servizio trasfusionale rende più attendibili anche gli esiti dei controlli clinici e di laboratorio.

Il donatore, prima di ogni donazione, deve compilare un questionario vertente, tra l’altro, sui suoi comportamenti nel periodo antecedente e sottoscrivere il relativo modulo. Con la sottoscrizione egli assume la responsabilità prevista dalla legge per le dichiarazioni mendaci.

Fin dal 1869 vennero condotti esperimenti tesi a trovare un mezzo che impedisse al sangue di coagulare, ma fu solo nel 1914 che tre ricercatori, lavorando indipendentemente in differenti parti del mondo, scoprirono che il Citrato di Sodio impediva la coagulazione del sangue. Oggi il sangue del donatore viene prelevato in sacche di plastica sterili contenenti appositi anticoagulanti e conservanti, dei quali il più comune è una soluzione di SAG-mannitolo, brevemente indicato come SAG-M. La soluzione impedisce al sangue di coagulare e fornisce alle cellule del sangue il nutrimento necessario a mantenerle in vita.

Il sangue raccolto viene immediatamente scomposto in emazie concentrate (globuli rossi), plasma e piastrine. Le emazie concentrate, previa l’aggiunta di soluzioni nutritive, possono essere conservate sino a 42 giorni. Il plasma viene congelato e può essere conservato fino a 24 mesi. Le piastrine possono essere conservate fino a 5 giorni.

Diverse sono le malattie che si possono curare attraverso l’uso del plasma o di sue frazioni. Il plasma raccolto viene in gran parte inviato ad industrie convenzionate che lo scompongono in emoderivati che vengono poi restituiti alla struttura sanitaria che lo ha conferito sotto forma di concentrati di immunoglobuline, concentrati di fattori della coagulazione, concentrati di albumina. Nella nostra provincia la donazione di plasma attraverso la plasmaferesi produttiva si può effettuare presso l’ospedale di Teramo o presso l’ospedale di Atri.

I derivati del plasma trovano indicazione nella cura di molte malattie. L'albumina, ad esempio, viene usata per pazienti con gravi malattie epatiche; i fattori della coagulazione per i pazienti emofilici; le immunoglobuline per prevenire o curare diverse malattie infettive.

La plasmaferesi si esegue prelevando il sangue dal donatore e facendolo transitare in un'apparecchiatura filtrante che trattiene il plasma e reinfonde contestualmente le cellule al donatore stesso.

II limite massimo di prelievo di plasma, indicato dalla legge, è di 600 ml per ogni seduta, con intervalli di almeno 14 giorni tra una plasmaferesi e l'altra. Dopo una donazione di sangue intero devono trascorrere almeno 30 giorni per effettuare una donazione di plasma.

Nessun tipo di disturbo, il plasma viene reintegrato in brevissimo tempo.

Valgono le stesse regole della donazione di sangue: possono donare il plasma tutti gli uomini e le donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni (60 anni se è la prima donazione, a discrezione del medico responsabile della selezione), di peso corporeo di almeno 50 Kg. Va aggiunto che può donare anche chi ha valori di emoglobina non sufficienti per la donazione di sangue intero e chi è portatore sano di anemia mediterranea, purché sia in buona salute.

La donazione del plasma dura circa trenta minuti.

Il donatore non corre alcun rischio di contrarre infezioni o malattie. La donazione di plasma, come la donazione di sangue, si pratica con materiale monouso e perfettamente sterile. Quindi, NON C'È' ALCUN RISCHIO DI CONTRARRE INFEZIONI O MALATTIE.