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La storia della Fidas Teramo

 

Il motivo per il quale il simbolo della FIDAS è il pellicano non è affatto casuale: in araldica il pellicano è simbolo di pietà, amore e carità per il prossimo. Tale simbologia deriva dal fatto che la femmina di questo uccello nutre i piccoli stritolando i pesci che tiene a macerare nella sacca membranosa che pende dalla mandibola inferiore, quindi preme il becco contro il petto e ne fa uscire il cibo. L'impressione che se ne ricava è che si trafigga il petto per farne uscire il sangue con cui nutre i piccoli, e per tale ragione questa immagine leggendaria divenne il simbolo di Cristo che versa il sangue per la redenzione degli uomini.

Per questa ragione sembra perfettamente calzante associare il simbolo del pellicano alla pratica della donazione di sangue, che nella nostra epoca rientra senza ombra di dubbio tra i gesti che caratterizzano una società civile, basata sull’aiuto reciproco e sulla condivisione.

Il primo grande stimolo evolutivo alle tecniche di trasfusione fu dato sfortunatamente dalle notevoli necessità terapeutiche della "traumatologia di guerra", pratica diffusasi fina dalla Prima Guerra Mondiale. Nel 1939 furono prodotti e distribuiti i primi flaconi sterili sottovuoto che contenevano una soluzione anticoagulante e conservativa, che permise la conservazione del sangue fino a 21 giorni; fu avviata una produzione su larga scala di vere unità trasfondibili. Immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, i progressi nelle terapie mediche e chirurgiche imposero un’espansione ed un'organizzazione capillare delle strutture trasfusionali; nacquero così, in tutti i Paesi, le prime vere Banche del Sangue In Italia il primo Centro Trasfusionale fu fondato a Torino nel 1948. Da tali presupposti, si può dedurre che la fondazione dell’Associazione Donatori di sangue di Teramo, avvenuta all’inizio degli anni sessanta, ebbe un carattere del tutto pioneristico. Appena dodici anni dopo l’istituzione del primo centro trasfusionale italiano, i fondatori dell’associazione dovettero soprattutto fare i conti, oltre che con le classiche difficoltà logistiche, anche con l’estrema diffidenza nutrita nei confronti della donazione di sangue da parte dell’opinione pubblica: all’epoca, infatti, la popolazione di aree come quella teramana aveva carattere principalmente rurale, nonché un tasso di analfabetismo elevato.

L’Associazione Donatori di Sangue di Teramo affonda le proprie radici in ben sessant’anni di storia: era il 28 luglio del 1960, infatti, quando i pochi membri fondatori decisero di dare vita all’associazione collocando la sede nei locali dell’Ospedale Civile, all’epoca situato in via Taraschi 2. Ideatore e promotore del progetto fu il professor Domenico Sciarra, all’epoca primario del laboratorio analisi dell’ospedale di Teramo, scomparso nel 1999 ma sempre ben presente in tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo e il privilegio di lavorare con lui.

Il professor Sciarra riuscì nella nobile impresa, coinvolgendo altri personaggi illustri di Teramo, quali l’onorevole professor Tommaso Sorgi, il professor Giovanni Adamoli, l’avvocato Pasquale Cozzi, monsignor Domenico De Federici, monsignor Camillo Morriconi, il dottor Bernardo Gramenzi, il geometra Aristodemo Melasecchi, il professor Francesco Migale, il professor Vitaliano Riccio, il cavaliere Ercole Arduini, l’ingegner Giovanni Benedettini, il ragionier Mario Coruzzi, il dottor Raffaele De Iuliis e il ragionier Raffaele Marcozzi. Fu grazie a loro se l’Associazione Donatori di Sangue di Teramo venne alla luce e avviò la pratica della donazione di sangue, promuovendola nel territorio termano.

L’associazione si professava, da un lato, di rispondere alle esigenze della terapia trasfusionale dell’Ospedale di Teramo e, dall’altro, di contrastare la deprecabile pratica della compravendita di sangue, assai diffusa in quegli anni, soprattutto in aree lontane dai grandi centri urbani, e successivamente vietata dalla legge.

Il primo Consiglio Direttivo dell’associazione fu costituito dal professor Adriano Mantovani, in qualità di presidente, il geometra Alberto Gavini, in qualità di vicepresidente, dai consiglieri: dottor Raniero Bruzzese, professor Dante Ciarelli e la signora Gabriella Marcozzi, il dottor Mario Coruzzi, in rappresentanza dell'amministrazione, il cavalier Gaetano Di Provvido in qualità di tesoriere, e dalla signorina Maria Pirocchi come segretaria.

Dalle testimonianze raccolte e dai verbali d'archivio emerge tutto l’entusiasmo e la voglia di creare una comunità ed una cultura della disponibilità a donare. Tra i tanti eventi promozionali di tale cultura, vanno ricordati: l’iniziativa del professor Sorgi, di presentare una mozione alla Camera dei Deputati, di cui faceva parte, affinché venisse istituita la Giornata Nazionale del Donatore; quella del maggiore Di Antonio, che consentì l’impiego aerei militare per il lancio di volantini promozionale sulla città di Teramo e su alcuni comuni della provincia.

Nel 1963 al dottor Mantovani succedette, in qualità di presidente, il professor Giandomenico Rastelli, che resterà alla guida dell'associazione fino al 1974, anno della sua prematura scomparsa. Al suo posto venne eletto il ragionier Raffaele Di Giovanni Bezzi, la cui presidenza fu caratterizzata da iniziative organizzative di grande rilievo: furono acquistati e donati all’ospedale gli arredi che consentirono di separare il servizio trasfusionale dal laboratorio di analisi; nel 1982 il Consiglio Direttivo deliberò di dotare l’associazione di un sistema informatico che fu messo a disposizione del Servizio trasfusionale per la gestione delle donazioni, ciò costituì un grande passo avanti in termini di innovazione tecnologica; l'iscrizione dell’Associazione nel Registro regionale del volontariato, nel 1987; l’organizzazione, per la prima volta a Teramo, dell’Assemblea nazionale delle Associazioni FIDAS.

Nel 1995 fu l'avvocato Paolo Di Egidio a prendere le redini dell’associazione: nella sua presidenza, l’avvocato Di Egidio si prodigò per una completa reimpostazione dell’organizzazione del lavoro dei volontari e per una razionalizzazione nell’impiego delle risorse economiche, al fine di aumentare l’incisività della promozione della pratica della donazione. In quell’occasione entrarono a far parte del consiglio direttivo alcuni componenti di valore, quali il professor Lino Befacchia, il dottor Dante Di Giammartino (prematuramente scomparso nel 2017) e l’attuale presidente Gabriella Di Egidio, che proseguirono, su queste basi, l’azione dell’associazione per gli anni successivi, anche dopo che l’avvocato Di Egidio ebbe lasciato la presidenza dell’associazione, sostituito poi dall’ingegner Pasquale Di Patre nel 1997.

La presidenza Di Patre si caratterizzò, in particolare, da eventi di notevole importanza quali: l’invio all'associazione della pergamena con la speciale Benedizione Apostolica da parte di Papa Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo del 2000; il Premio Volontariato per la raccolta di 5.200 unità di sangue e il raggiungimento dei 3.000 donatori volontari attivi, nel 2002; l’elezione del presidente Di Patre nel Consiglio nazionale della FIDAS, nel 2003; lo svolgimento dell'Incontro Interregionale FIDAS dell'Italia centrale, meridionale ed insulare, presso la sala S. Carlo del Museo archeologico di Teramo, a cui parteciparono i rappresentanti di ben 30 associazioni di donatori di sangue. In ultimo, ma non per importanza, il presidente Di Patre si adoperò affinché l’associazione riuscisse ad acquistare l’immobile che oggi ne ospita la sede, in via Taraschi 7, e che dal 2018 è stata intitolata proprio all’ingegner Di Patre, per onorarne la memoria dopo la sua dolorosa scomparsa avvenuta nel 2017.

Si può affermare con certezza, insomma, che da quel lontano 28 luglio del 1960 sono stati fatti passi da gigante: un solo esempio a simbolo di ciò, il fatto che alla fine del 1961 erano 321 i donatori effettivi, mentre oggi sono circa 4000.

(nella foto Romolo Di Ottavio, Giandomenico Rastelli, Massimo Di Patre e Francesco Berrettara, i primi donatori premiati, il 19 gennaio del 1964, per aver raggiunto 15 donazioni)

 

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